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La rincorsa al tricolore: quando il sogno del titolo italiano diventa realtà

C’è un momento, nel percorso di ogni atleta, in cui la preparazione incontra il destino. Non è solo una questione di punti o di tabelloni, ma di mesi, talvolta anni, di lavoro silenzioso, di ore spese in palestra a ripetere gli stessi gesti, a cercare la perfezione in un movimento che deve diventare istinto.

È questo il cuore pulsante dei Campionati Italiani Senior Cinture Nere di Messina, che oggi, nella seconda giornata, hanno messo in palio nuovi titoli tricolori e il riconoscimento più ambito per ogni atleta del panorama nazionale: essere Campione d’Italia.

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Qui si forgiano campioni: la battaglia per il titolo italiano al PalaRescifina

Dopo una giornata inaugurale nella quale a prendersi il palcoscenico sono stati atleti esperti e giovani in rampa di lancio, il secondo vibrante giorno dei Campionati Italiani al PalaRescifina di Messina ha regalato ancora emozioni e momenti incredibili, sui campi di gara che hanno nuovamente assegnato tanti titoli italiani.

Gli sguardi dei tecnici, il silenzio prima dell’avvio delle gare, il riscaldamento fatto di rituali precisi e sguardi che non cercano distrazioni.

Qui ogni dettaglio conta: la gestione del peso, il controllo della distanza, la lucidità tattica che distingue il talento grezzo dall’atleta completo. Perché arrivare a un Campionato Italiano non significa soltanto partecipare, ma presentarsi al culmine di un percorso, con il desiderio di concretizzare anni di sacrifici e di disciplina.

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L'orgoglio di tornare ad ospitare i Campionati Italiani in Sicilia

Messina, tornata ad ospitare l’evento dopo quattordici anni, è in questi giorni un palcoscenico di emozioni e ambizioni. Sui tatami si incrociano generazioni e stili, esperienze internazionali e nuovi volti del taekwondo azzurro. Per molti, questa è la prova più importante dell’anno: un banco di confronto con i migliori, ma soprattutto con sé stessi.

"Tornare a ospitare un evento del genere in Sicilia - ha dichiarato il Presidente del Comitato Regionale FITA Sicilia Pietro Cannizzo - dopo quasi 15 anni dall'ultima volta, in quel caso a Catania, è qualcosa di meraviglioso. Oggi siamo a Messina, in una location strategica che riesce ad essere raggiunto anche dalle altre parti d'Italia. Sui campi di gara ci sono tante atlete e atleti siciliani, che arrivano dalle nostre società di base sparse sul territorio: questo non può che riempirci d'orgoglio".

"In questi giorni - ha poi aggiunto - tante autorità territoriali stanno presenziando ai Campionati: questo vuol dire che il taekwondo è uno sport che piace e che interessa sempre più persone"

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Non solo un combattimento: la storia di chi aspira al titolo d’Italia

Il Campionato Italiano, nella sua essenza, è la sintesi perfetta tra passione e metodo. La passione muove, spinge, alimenta la fatica quotidiana; ma è il metodo a costruire la costanza, quella che trasforma l’entusiasmo in risultato. Nei giorni che precedono un evento come questo, ogni atleta vive la concentrazione assoluta: allenamenti calibrati al millimetro, strategie studiate con i maestri, ore dedicate al recupero e alla cura dei dettagli. È una preparazione invisibile al pubblico, ma percepibile in ogni gesto di chi oggi calca i tatami di Messina.

Guardandoli combattere si percepisce chiaramente la densità emotiva di ciò che rappresenta un titolo italiano. Non è solo un traguardo tecnico: è un simbolo. È l’espressione più pura di un percorso sportivo che ha richiesto rinunce, equilibrio e fiducia. Perché dietro un oro tricolore ci sono settimane in cui la motivazione vacilla, allenamenti che non riescono, sconfitte che fanno male, eppure ogni volta si torna, più determinati di prima.

È questa la sostanza del taekwondo: la capacità di rimettersi in gioco, di accettare la fatica come compagna e la sconfitta come parte del cammino.

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Titolo tricolore in palio: l’ultimo gradino della fatica quotidiana

Ben 7 le categorie di peso coinvolte in questa seconda giornata: 4 al femminile e 3 al maschile, all’interno di un programma fitto di incontri che ha visto sugli spalti anche la presenza dei medagliati olimpici e paralimpici a Parigi 2024, entrambi di bronzo: Simone Alessio e Antonino Bossolo.

Il calabrese, vincitore anche della medaglia d’argento nei -87 kg pochi giorni fa ai Mondiali 2025 di Wuxi, ha affermato: “Questa medaglia iridata ha un valore speciale: sto cambiando categoria, ma so bene il percorso che voglio intraprendere. Mi sento profondamente connesso al movimento italiano, quando gareggio porto con me le aspettative e la passione di chi crede in me. Ai Campionati si respira un’energia unica, c’è un bacino enorme di talento che rappresentano il futuro del nostro sport”.

Bossolo invece, atleta nato e cresciuto in Sicilia, ieri ha vinto il titolo italiano paralimpico della sua categoria (-70 kg K44) proiettandosi già sul futuro: “Far parte di questo evento è meraviglioso, sotto tutti i punti di vista: sia da atleta sia da spettatore. Questo 2025 mi è servito per ricalibrare la mia carriera cambiando anche categoria di peso, dai -63 ai -70 kg. Non vedo l’ora che inizi il 2026, quando partirà il processo di qualificazione a Los Angeles 2028: mi aspetta una nuova sfida, sono felice di viverla”.

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I nuovi campioni italiani della seconda giornata

I tatami hanno visto oggi elevarsi sul gradino più alto del podio: Teodoro Del Vecchio e Ludovico Iurlaro, entrambi della New Martial Mesagne, rispettivamente nelle categorie dei -58 e -63 kg, le sorelle Elisa Al Halwani (Libertas Taekwondo Club Jesi) e Giada Al Halwani (G.S. Fiamme Oro Nettuno), la prima nei -53 kg e la seconda nei -57 kg, Anthea Mangione (Team Mangione Taekwondo) nei -62 kg, Giulia Maggiore (Taekwondo Olympic Giannone) nei -67 kg e infine Dennis Baretta (Centro Sportivo Carabinieri) nei -68 kg.

“Sono davvero senza parole – ha raccontato al termine della sua finale Anthea Mangione, classe 2008 – ho rincorso questa vittoria e questo titolo per tutta la giornata e alla fine ce l’ho fatta. Ho lavorato tutto l’anno per ottenere questa soddisfazione”.

Ogni combattimento è una storia in miniatura, fatta di attesa, esplosione e controllo. Chi ha vinto oggi non conquista solo una medaglia: conquista il diritto di essere ricordato, almeno per un anno, come il migliore.