La storia agonistica del Direttore Tecnico della Nazionale, Claudio Nolano, inizia da atleta, partecipando alla prima storica presenza del taekwondo ai Giochi Olimpici di Sydney 2000. Nel 2006 conquista anche il gradino più alto del podio agli europei, laureandosi Campione continentale.
Nel 2017, il Presidente federale Angelo Cito lo nomina Direttore Tecnico della nazionale Italiana Senior, dopo aver guidato le rappresentative giovanili (Junior, Cadetti) a moltissime vittorie in campo internazionale.
La prima medaglia, che prelude a una carriera di successi, è un bronzo di Vito Dell’Aquila ai Mondiali di Muju 2017. La scelta del Direttore Tecnico di Nettuno di schierare il giovanissimo Vito nella categoria -54kg si rivela vincente. Un feeling, quello tra maestro e atleta, destinato a durare nel tempo.
Nel 2019 arriva il momento di scrivere la storia: a Manchester, Simone Alessio diventa il primo campione mondiale senior italiano nella categoria -74kg. Qui, i meriti del DT Nolano sono evidenti, grazie alla sua lungimiranza e alla capacità di valorizzare il talento dell’azzurro, che a soli 19 anni diventa campione iridato.
A Tokyo 2020, il momento più alto del taekwondo azzurro nella storia recente: Vito Dell’Aquila diventa campione Olimpico nella categoria -58kg. Una vittoria che è sicuramente anche dovuta al feeling tra coach e atleta. Il DT può così finalmente coronare il sogno olimpico sfuggitogli da atleta.
Vito Dell’Aquila non si ferma, e, a solo un anno di distanza dai Giochi Olimpici, diventa campione del mondo a Guadalajara 2022. A dimostrazione di come tutto lo staff tecnico nazionale, guidato proprio da Nolano, non si sia accontentato della vittoria a cinque cerchi e abbia continuato a lavorare duramente per mantenere l’Italia tra le nazioni più forti del mondo.
Nel 2023, la nazionale azzurra, sempre sotto la guida esperta di Nolano, con Simone Alessio decide di fare il bis iridato ma in una categoria diversa. A Baku, Simone torna sul gradino più alto del podio, diventando campione del mondo nella categoria -80kg. Un risultato che, se ancora ce ne fosse bisogno, certifica il lavoro eccezionale svolto dal DT insieme a tutto lo staff tecnico della FITA e agli atleti.
L’ultima intuizione, ma non per importanza, del Direttore tecnico Nolano è quella di scegliere la giovanissima Ilenia Matonti per partecipare alle qualifiche olimpiche continentali a Sofia 2024. La giovane azzurra sbaraglia la concorrenza vincendo tutti gli incontri senza perdere un round e stacca il pass per Parigi 2024. L’eccezionale talento di Ilenia e l’acume strategico di Nolano riportano la compagine azzurra del taekwondo ai Giochi Olimpici dopo 16 anni di assenza, l'ultima partecipazione risale infatti a Pechino 2008.
Ora l’attenzione è tutta rivolta verso i Giochi Olimpici di Parigi 2024, dove la squadra azzurra, guidata dal DT Nolano, è pronta a scrivere nuove pagine di storia, puntando a confermarsi tra le eccellenze mondiali del taekwondo.
Curiosità
Prima Competizione: La mia prima competizione da direttore tecnico è stata il campionato d'Europa Under 21 nell'aprile 2017, dove l'Italia ha vinto il medagliere, portando due atleti per categoria. Ricordo in particolare la finale tra Daniela Rotolo e Cristina Gaspa. Anche se quella è stata una gara ufficiale, considero il mondiale di Muju come la mia vera prima uscita. Nonostante il precedente direttore tecnico fosse ancora attivo, ho deciso di portare Vito Dell'Aquila, un junior senza esperienza, a 54 kg. L'unica medaglia ottenuta dall'Italia in quel mondiale è stata grazie a lui, un risultato di cui sono molto orgoglioso.
Ricordi più belli: Ho molti ricordi belli legati a due campioni della nazionale italiana: Vito Dell'Aquila e Simone Alessio. Non è per par condicio o perché non voglio fare torto a nessuno dei due che li menziono entrambi. Il campionato del mondo del 2019 di Simone è stato particolarmente significativo. È stato il primo titolo mondiale per l'Italia nelle classi di combattimento moderne, con corazza elettronica. Questo traguardo ha un peso rilevante per il ranking e per le Olimpiadi, ed è stato un momento di gioia immensa.
Anche se Simone ha vinto un altro titolo mondiale, il primo rimane speciale perché l'Italia non aveva mai avuto un campione del mondo nella classe Senior. D'altra parte, la medaglia olimpica di Vito è un altro ricordo straordinario, un risultato di cui abbiamo parlato molto e che non ha bisogno di ulteriori commenti per sottolinearne l'importanza.
Infine, ricordo con affetto la qualifica olimpica di Ilenia, nonostante il contesto della gara a Sofia non fosse all'altezza di una competizione di tale livello. Ho un ricordo meraviglioso di lei, una ragazza davvero incredibile. Questi tre atleti, Vito, Simone e Ilenia, rappresentano l'Italia alle Olimpiadi, e ne sono molto orgoglioso.
Hobby: Mi appassiono alle attività che mi permettono di esprimere la mia opinione e che richiedono un percorso di apprendimento e miglioramento. Per me, è fondamentale studiare e diventare bravo in ciò che faccio. Nel contesto sportivo, il duro lavoro è indispensabile e spesso più determinante del talento naturale. I miei risultati nello sport sono frutto della mia ossessione e dedizione più che delle mie capacità iniziali. Tuttavia, per eccellere nello sport, bisogna combinare il lavoro duro con caratteristiche innate che permettono una crescita esponenziale.
Il mondo dell'arte, invece, mi affascina per la sua natura non competitiva. Nell'arte, l'espressione personale non è soggetta al giudizio di un arbitro o alla necessità di produrre reddito. Questo permette di dedicarsi con passione e creatività, senza la pressione di dover dimostrare il proprio valore in termini di successo materiale. L'arte offre un riequilibrio per l'anima, un modo per esprimere qualcosa che va oltre le competenze professionali e le necessità economiche.
Mi attraggono attività come il disegno, la fotografia, la grafica e la musica, perché permettono di esprimere la propria visione e sensibilità. Ammiro chi eccelle in questi campi, poiché riconosco che dietro le grandi realizzazioni c'è sempre una parte dell'anima dedicata a qualcosa di più profondo e non strettamente essenziale.
In un mondo che spesso valorizza il successo materiale e il guadagno, io do maggiore importanza all'essere piuttosto che all'avere. Gli artisti e i grandi condottieri del passato avevano una personalità poliedrica che sapeva andare oltre il concreto e abbracciare una dimensione più elevata dell'esistenza. Questo atteggiamento, oggi, è spesso sottovalutato, in un'epoca dove prevale l'ossessione per il fatturato e il successo economico. Per me, ciò che conta di più è la crescita interiore e l'espressione autentica di sé.